Mercè Rodoreda
03Set13
Fiori al Polo Nord
«Dopo la guerra impiegai molto tempo a ritornare a scrivere. Facevo già troppa fatica a sopravvivere. E scrivere in catalano all’estero è come voler far crescere fiori al Polo Nord».
«Después de la guerra tardé mucho en volver a escribir. Damasiado trabajo tenía para sobrevivir. Y escribir catalán en el estranjero es lo mismo que querer que florezcan flores en el Polo Norte».
Monteserrat Roig, El aliento poético de Mercè Rodoreda, intervista a M. Rodoreda, «Triunfo», XXVIII, 36, 20 settembre 1973, p. 37. Traduzione mia.
Mercè Rodoreda (si pronuncia ‘rudureda’), nata a Barcellona nel 1908, e impegnata durante la Guerra Civile nei servizi di propaganda repubblicani, visse in esilio dal 1939 al 1972, dapprima in Francia e poi in Svizzera. La sua opera, che la colloca tra le migliori scrittrici del Novecento, non solo spagnolo ma internazionale, è scritta interamente in catalano.
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Ciao!
Non conosco Montserrat Roig, ma penso che quel che dice del fatto di scrivere in catalano all’estero, valga anche per chi scrive (all’estero o in patria) anche in sardo.
Per quanto riguarda il sottoscritto, mi trovo molto meglio con l’italiano che con la mia lingua “madre.”
Ma molto probabilmente, la lingua “madre” (anche quando non la si parli correntemente) possiede un quid che ad altre lingue manca… un che di inconscio, di affettivo, di “intuito” ecc.
Per chiudere il cerchio, i catalani e più esattamente i catalano-aragonesi, dominarono la Sardegna per qualche secolo…
Umh…
Ri-ciao!